Fase 2 e ruolo genitoriale
Vogliamo condividere con voi la nostra riflessione sulla fase 2 che non solo sta cambiando molte nostre abitudini quotidiane, lavorative, la vita scolastica e sociale dei nostri bambini ma sta facendo nascere un nuovo ruolo genitoriale, di cui pochi parlano e nuove dinamiche relazionali genitore-figlio.
Il genitore della fase 2 si trova di fronte a nuove sfide ed è un genitore molto diverso da prima.
La prima sfida è sicuramente far fronte ai vissuti emotivi, alle manifestazioni di rabbia o sconforto che i bambini mostrano, alle regressioni che alcuni manifestano, alle domande che pongono a cui si è incerti su come rispondere. Insomma improvvisamente dall’affrontare temi quotidiani i genitori si trovano davanti a forti manifestazioni che si mischiano alle proprie emozioni, che fanno capolino costantemente e rendono ancora più difficile, a volte, essere di conforto all’altro.
La seconda sfida è quella della scuola poiché da semplici aiutanti per i compiti del fine settimana i genitori diventano il punto di riferimento attorno al quale ruotano gli apprendimenti, caricandolo di un impegno sia in termini di tempo sia in termini di competenze. Il genitore si è trovato di nuovo sui banchi di scuola, a scavare nella propria memoria scolastica e a dover trovare il modo e la pazienza per essere l’insegnante dei propri figli. Questo mette sotto pressione ed obbliga ad essere efficienti, esponendo al timore di sentirsi inadeguati con pensieri come “riuscirò a fargli capire questa cosa?”. Non solo, improvvisamente i genitori sono diventati contemporaneamente anche educatori e sono dunque esposti all’obbligo di sopperire alla mancanza della scuola rivestendo, al contempo, un ruolo meno assertivo rispetto a quello dell’insegnante. Perciò oltre all’impegno richiesto, alla possibile inadeguatezza nel sentirsi catapultati nel nuovo ruolo d’insegnante, vivono anche la frustrazione di fatica e sconforto nel battagliare quotidianamente con i figli, tra un compito ed un gioco. Perché, diciamolo, la casa non è il contesto adeguato dove apprendere e non può sostituirsi appieno alla scuola per il semplice fatto che i bambini non l’hanno mai vissuta attribuendogli questo significato.
La ridotta socializzazione ha fatto si che il genitore sia diventato anche l’unico punto di riferimento per la condivisione del gioco, diventando l’interlocutore esclusivo del bambino per la costruzione di giochi, per il ragionamento logico, per gli scambi comunicativi, per il gioco simbolico e immaginativo. Si rende quindi necessario per i genitori la costruzione di un tempo condiviso che sia di qualità, che dev’essere realizzato nel contesto domestico con una ridotta possibilità di uscire. Pertanto il genitore ha sulle spalle anche questa grossa responsabilità: essere divertimento ed allo stesso tempo educatore. Ecco quindi che diventa sempre più importante diventare una parte attiva nella scelta delle attività quotidiane di gioco. Se si diventa genitori maggiormente consapevoli si scelgono giochi più educativi e si possono riscoprire realtà di gioco, da troppo tempo accantonate ma ricche di potenzialità, come quella dei giochi da tavolo.
Il genitore della fase 2 è sostegno emotivo, insegnante, educatore e compagno di giochi. Oggi più che mai, è tutto il mondo dei propri bambini e dev’essere sostenuto in questo momento così complesso.
Dietro ad un bambino felice c’è sempre un genitore sereno e che si sente supportato.